330 GT Registry |
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330 GT 2+2:
il coupé da commendatore
LE FERRARI DI PRODUZIONE
330 GT 2+2,
coupé da commendatore
1964: aveva quattro posti quasi comodi e raggiungeva i 240 km/h. Erede della 250 GTE 2+2, fu protagonista della coda del boom economica degli anni Sessanta
La linea della 330 GT 2+2 ha segnato un tappa importante nella storici della Ferrari
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Debutta al Salone di Bruxelles del 1964. È la nuova Ferrari da commendatore. Non una berlinetta sportiva, non una spider vistosa Ma un coupé due poti più due con cui fare molti chilometri per spostarsi da un capo all' altro del Paese per lavoro e con cui non sfigurare la sera vestiti in lungo per gli appuntamenti mondani dell’epoca.
NELL'ITALIA DEL BOOM SI SCOPRONO TV, FRIGO E FERRARI
È il 1964 e in Italia soffia ancora il vento del boom economico che ha portato il frigorifero e la televisione nelle case di molti italiani. Proprio degli anni Sessanta (e della fine dei Cinquanta) è la nascita di una nuova classe sociale: i commendatori. Venuti dal basso, lavorano sodo e amano togliersi tutti gli sfizi. Anche, o forse soprattutto, in fatto di motori. Enzo Ferrari pensa proprio a loro quando, qualche anno prima, prepara la 250 GTE 2+2, della quale la 330 GT 2+2 può essere considerata la discendente. Rispetto a essa, il nuovo coupé del Cavallino ha una carrozzeria più sobria anche se allo stesso tempo meno formale. Ha un maggiore interasse per offrire più abitabilità agli occupanti e un sistema frenante finalmente più efficace e sicuro, con due circuiti separati tra ruote anteriori e posteriori.
Da vedere la 330 GT 2+2 non era nulla di entusiasmante. Una classica Ferrari, elegante ma non vistosa, una vettura che non si nota al primo sguardo. Infatti a molti la 330 non parve una Ferrari in tutto e per tutto.
UNA LINEA ELEGANTE CON UNA MECCANICA CLASSICA
Era, però, una vettura pensata per pérsone che dedicavano molto tempo al loro lavoro, non solo per playboy dalla pelle abbronzata.
Anche meccanicamente la 330 GT 2+2 non era nulla di trascendentale. Lo schema delle sospensioni, per esempio, era un classico della Ferrari, ma in effetti un po’ sorpassato per l’epoca: sospensione anteriore a ruote indipendenti e ponte rigido posteriore. Ciò non penalizzava troppo la vettura del Cavallino, anche perché in fondo si trattava di un coupé 2+2 e non di una berlinetta sportiva. Anche se le prestazioni non erano certamente da sottovalutare: 240 chilometri orari di velocità massima e un’accelerazione più che interessante.
A UN ANNO DAL DEBUTTO CERCHI IN LEGA E FARI SINGOLI
Dopo un anno di presenza sul mercato vengono apportate numerose modifiche: le classiche e inconfondibili ruote a raggi Borrani vengono sostituite con cerchi in lega prestampati. Scompaiono i doppi fari anteriori, e in questo modo la 330 GT 2+2 perde un po’ della sua inconfondibilità ma acquista eleganza e slancio. Gli attacchi del motore passano da quattro a due.
CAMBIO A CINQUE MARCE E PEDALIERA DI NUOVO TIPO
La pedaliera, per migliorare la guidabilità della vettura, assume ora una nuova posizione: prima era incernierata in basso, adesso è "sospesa”. Il cambio è rinnovato, in linea con il resto della produzione Ferrari: ora ha cinque marce in luogo delle quattro più overdrive precedenti.
Con queste modifiche la 330 GT 2+2 diventa ancora di più un’auto con cui percorrere confortevolmente molti chilometri. Proprio quello che fanno i commendatori, su e giù per la penisola italiana, a caccia d’affari. La produzione termina nel 1967 con poco più di 1000 unità vendute.
TRE 330 GT 2+2 FUORISERIE
Della Ferrari 330 GT 2÷2, un’auto prodotta in serie dagli stabilimenti Pininfarina a Torino, furono prodotti anche tre esemplari fuoriserie. Le ordinazioni provenivano tutte e tre dalla stessa persona Luigi Chinetti, l’importatore del Cavallino in America, uomo geniale sempre alla ricerca di un’idea, una novità per catturare nuovi clienti. Le tre 330 GT 2+2 special vennero carrozzate da Michelotti e Vignale. Il primo realizzo un coupé e un cabriolet in una sportiva colorazione giallo-nera, Vignale una stranissima versione break a tre porte.
Lo spaccato mostra una vettura solida, sostanziosa,pensata per percorrere molti chilometri a velocità elevata.
LA SCHEDA TECNICA | |
Motore: | 12 cilindri a V di 600, anteriore longitudinale, alesaggio per corsa 77x71 mm, 3967 cm³, compressione 8,8:1 |
Distribuzione: | monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro |
Alimentazione: | 3 carburatori Weber 40 DCZ/6 |
Potenza: | 340 CV a 7000 gi/min |
Corpo vettura: | coupé a due porte, più due posti due; carrozzeria in acciaio; telaio in tubi d’acciaio |
Trazione: | posteriore, cambio a 4 marce + overdrive + RM (5 marce dal 1965) |
Sospensioni: | anteriori oscillanti, molle elicoidali, a ruote indipendenti, bracci trapezoidali barra antirollio; posteriori ponte rigido, balestre semiellittiche |
Freni: | a disco Dunlop |
Pneumatici: | 15” |
Serbatoio: | 90 litri |
Passo: | 2,65m |
Carreggiate: | ant. 1,40 m, post. 1,39 m |
Peso: | 1380 kg |
Velocità: | 240 km/h |
Produzione: | 1963-1967, 1080 esemplari |
© 1995 Istituto Geografico De Agostini S.p.A., Novara